In vista della prossima rifinitura è arrivato il momento per cimare le abbondanti nuove crescite del 2018.
Foto dello stato iniziale e della prima impostazione del 2016:
Il termine “shari” indica parti di legno secco sul tronco. Anche in natura, soprattutto in alta montagna, è facile riscontrare sugli alberi parti secche che derivano da urti, frane o disseccamento di alcune parti per cause naturali. In queste zone la corteccia muore o viene strappata ed emerge il legno chiaro sottostante (durame), che rappresenta l’ossatura/il sostegno della pianta.
Il termine giapponese significa appunto osso. Questa caratteristica testimonia le passate ferite, le cicatrici formatesi sull’albero e quindi un ambiente di crescita sofferto. Le parti secche si possono anche creare artificialmente con tecniche specifiche purché appaiano del tutto naturali.
Il legno secco però, esposto all’acqua e all’umidità si degrada facilmente, pertanto è necessario trattarlo e mantenerlo pulito sia per ragioni estetiche ma soprattutto per conservarlo nel tempo ed evitare che marcisca.
Ecco 2 esempi di pulizia su Abete rosso e Gienpro:
Mekiri letteralmente “taglio del germoglio” è l’operazione principale della tecnica denominata Tambahoo che prevede anche la successiva selezione delle nuove gemme e l’eliminazione autunnale degli aghi vecchi.
Da alcuni anni sto recuperando questo esemplare di Pinus Thunbergii, dopo il rinvaso e il recupero di vigore la stagione scorsa è stato concimato e lasciato libero di vegetare producendo aghi lunghi 20 cm circa.
Quest’anno è pronto per rispondere adeguatamente a questa tecnica che ha lo scopo di ridurre la lunghezza degli aghi per proporzionarli alle dimensioni della pianta. Il taglio dei germogli è avvenuto il 28 Luglio e ad 1 mese di distanza i nuovi germogli cominciano ad allungarsi.