Ho iniziato il lavoro su questo pino nell’Aprile del 2014 dopo averlo acquistato in un mercato. Era uno yamadori in ciotola con un bel tronco ma i rami erano appena abbozzati, con poche gemme solo in apice ma ben distribuiti. Lo impostai subito per permettere una crescita nelle giuste direzioni. Nel 2015 ho fatto il primo rinvaso e negli anni a seguire l’ho coltivato con le tecniche giapponesi (mekiri /tambaoo) che si usano sui pini neri giapponesi (var. thunbergii) sperimentando un’ottima risposta anche sul pino nero europeo.
Lo scopo di questi anni di coltivazione è stato quello di creare una ramificazione suddivisa ed arretrata rimandando la rifinitura di dettaglio che ho fatto oggi dopo 6 anni dall’inizio del percorso.
La qualità di un Bonsai non dipende solo dal tronco ma anche dalla qualità della ramificazione che deve essere naturale, coerente e la si ottiene col tempo e non con degli artifici fatti di serpentine o giri innaturali dei rami.
Prima fase di sviluppo 2014-2019:
2020: Pulizia degli aghi e 2° modellatura.
Dettaglio dello sviluppo del primo ramo (sashieda):
le 8 gemme del 2014 (si possono contare nella foto) sono diventate 60 nel 2020, mi sono preso la briga di contarle per curiosità.