Lo spirito del Bonsai tradizionale Giapponese

Questo bellissimo video pubblicato dall’americano Bjorn Bjorholm esprime perfettamente l’atmosfera e le sensazioni che il Bonsai dovrebbe trasmettere a chi lo pratica.
Mi ha fatto tornare alla mente gli insegnamenti del Maestro Ando: “Il Bonsai in Giappone è considerato una disciplina Spirituale, si praticano queste discipline tradizionali per arricchire la propria spiritualità e trovare un benessere interiore. Chi pratica il vero bonsaiDo cerca la bellezza spirituale e la calma interiore, non ha nessun interesse perciò che è appariscente.

Ando durante i corsi citava spesso il suo maestro Hamano Motosuke che diceva: “Il bonsai Va praticato per sé stessi, per goderne per conto proprio, non per andare ai concorsi e vantarsi con gli altri.

Questo è lo spirito del Bonsai tradizionale giapponese legato alla filosofia Zen. Le atmosfere riprese nei dintorni del tempio Buddista sul monte Koya (Koya san) rispecchiano perfettamente lo spirito di questa filosofia che attraverso la percezione dell’armonia della Natura porta alla calma e alla serenità interiore.

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Workshop alla Festa di Primavera

Anche quest’anno la Festa di Primavera è stata l’occasione per lavorare 2 giorni a fianco del maestro Ando, ed è sempre un’esperienza di grande insegnamento. Vederlo lavorare su piante di tutti i tipi, piccole e grandi, belle e meno belle sempre con grande attenzione ai dettagli e soprattutto con grande divertimento ci insegna molto! Anche oltre la tecnica …
Un vero Maestro.

Estetica e Filosofia del Bonsai

“Il Bonsai in Giappone è considerato una disciplina Spirituale, si praticano queste discipline tradizionali per arricchire la propria spiritualità e trovare un benessere interiore” Keizo Ando.

“Migliorare passo per passo con pazienza, costanza e impegno, chi vuole subito avere il bonsai non è in grado di comprendere il vero spirito del Bonsai” Hideo Suzuki. 

Questi due brevi aneddoti accennano a quella che è la filosofia del Bonsai che mi è stata trasmessa.

Il senso estetico occidentale è totalmente diverso da quello giapponese,  questo implica che chi  vuole praticare il bonsai come forma artistica deve studiare e comprendere i concetti estetici delle arti tradizionali giapponesi: vuoto (mu), Wabi- Sabi, asimmetria e concezione Yin delle cose.vuoto

Il Maestro Ando ci ha detto:”La comprensione del Wabi-Sabi non si ottiene con l’intelletto o la logica ma con la sensibilità interiore. E’ una sensazione intima e profonda dell’anima”.

Questo fa capire come questi concetti non siano sono solo estetici ma anche profondamente spirituali.

L’estetica tradizionale giapponese è derivata dalla filosofia Zen, che ha fortemente permeato e influenzato tutte le forme d’arte tradizionali.Ryoanji

La filosofia Zen ricerca l’essenza stessa delle cose e dell’individuo, rifuggendo tutto ciò che è superfluo, dando grande importanza al concetto di vuoto/nulla (mu).

Il vuoto nella cultura occidentale ha poca o nessuna importanza mzazenentre in oriente il vuoto è più importante del pieno. Scopo dello Zazen (meditazione seduti) è annullarsi, liberare la mente, cercare il mu (la non mente) per trovare un senso di pace e tranquillità, arrivare così all’essenza intima di se stessi e trovare il benessere spirituale.

Da questa filosofia deriva un’estetica che dà più importanza alle parti nascoste, si apprezzano di più gli elementi che stanno dietro, in penombra rispetto a ciò che sta davanti in piena luce.

“La cultura Giapponese è definita Yin (ombra) ,puramente spirituale, mentre quella occidentale è Yang (sole). I giapponesi hanno quindi sviluppato una sensibilità molto particolare strettamente legata alla Natura ed ai cambiamenti stagionali, hanno sempre vissuto fondendosi con la Natura e considerando l’uomo parte integrante di essa.

“Nel Giappone tradizionale si è quindi sviluppato un senso estetico molto particolare WABI-SABI che porta a preferire cose sobrie e semplici, non appariscenti e vistose.toko5

Anche nel Bonsai si cerca quindi di esprimere una bellezza sobria e raffinata (Miyabi) educando il nostro occhio ad una nuova sensibilità.

Il Maestro Ando ci ha detto: “La caratteristica della cultura giapponese è la DELICATEZZA. Più che guardarlo con gli occhi, il bonsai va guardato col cuore, con l’anima per comprendere il lato artistico; deve suscitare emozioni”.

E’ importante comprendere la “Bellezza del vuoto” e l’assimmetria, come creare il vuoto giusto e comprendere il Wabi-Sabi ed il segreto di come si crea la sensazione di Wabi Sabi sulle piante.
Nel Bonsai tradizionale giapponese e nella scuola di Hamano questi aspetti sono considerati le fondamenta dell’Arte Bonsai e per tale motivo Hideo Suzuki decise di introdurre nel programma didattico della scuola d’arte, corsi specifici dedicati a questi temi. Fu il primo in Europa ad introdurre ed insegnare questi concetti:

8° Corso: Wabi – Sabi e lo stile Bunjin

11° Corso: La bellezza del vuoto

14° Corso: Il pensiero e la cultura giapponese

15° Corso: Filosofia giapponese, lo Zen e il giardino

Ando, che ha condiviso e mantenuto invariato il programma didattico di Suzuki e ci ha confermato che anche in Giappone nessuno dei professionisti insegna e spiega ai giovani questi concetti. L’Oyakata prende con sè gli allievi (deshi) che vivono con lui e apprendono lavorando e guardando il maestro ma NULLA viene spiegato.

Sono grato ai miei maestri per avere condiviso con noi le loro conoscenze, a loro trasmesse dal maestro Hamano Motosuke, ed averci permesso di aprire gli occhi sullo vero Spirito del Bonsai tradizionale giapponese tramandato dagli antenati di Hamano.

Verità nel Bonsai:Un Bonsai deve essere vero e coerente, è importante impostarlo perché sia autentico e Naturale in modo che la sua Bellezza possa durare nel tempo.Keizo Ando.

I miei maestri e la Scuola di Hamano

Il bonsai è una forma d’arte tradizionale giapponese che ha origini molto antiche ed i cui principi sono stati tramandati di generazione in generazione fino ai giorni nostri.

Questi principi sono frutto della cultura estetica e filosofica del Giappone tradizionale che a causa del suo isolamento storico, ha sviluppato una civiltà assolutamente tipica, unica al mondo ed indissolubilmente legata alla Natura.

Per chi vuole conoscere e praticare l’Arte Bonsai e’ imprescindibile comprendere la cultura giapponese ed i suoi ideali estetici e spirituali che sono totalmente diversi da quelli occidentali.

 

Molti di questi  concetti sono talmente estranei alla cultura occidentale che solo i Maestri giapponesi che li hanno a lungo studiati, vissuti e assimilati possono spiegarceli.

 

Grazie ai miei maestri ho potuto conoscere e studiare il vero spirito del Bonsai tradizionale giapponese che loro stessi hanno appreso dal loro maestro Motosuke Hamano nel giardino Toju-en. 

Sia Suzuki che Ando si sono formati alla scuola di Hamano e ci hanno trasmesso gli stessi insegnamenti ricevuti dal loro maestro, soprattutto sull’aspetto spirituale legato alla filosofia Zen oltre che su quelli tecnico/estetici.

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“Chi pratica il vero bonsaido cerca la bellezza spirituale e la calma interiore, non ha nessun interesse perciò che è appariscente”. Keizo Ando.

 

Ad ogni lezione Ando ci raccontava aneddoti sulla scuola di Hamano e sulla filosofia del suo maestro di cui è stato assistente per 18 anni.

Scopo della scuola di Hamano era quello di formare nuovi Bonsaisti artisti, tramandano i segreti elaborati dagli antenati per creare bonsai artistici ed evocativi e non solo belli. 

 

Ando ho raccontato che il maestro Hamano era esageratamente severo, chi stava a gambe incrociate o parlava durante la lezione veniva cacciato, anche se erano persone importanti politici e banchieri, lui non guardava in faccia a nessuno. Voleva insegnare solo a chi era veramente interessato, chi lo faceva così per divertimento non resisteva. Secondo lui la tradizione andava trasmessa in modo molto rigido e meritava rispetto.

 “Qui non e’ un salotto non dovete parlare, io sto trasmettendo quello che so del bonsai” cosi diceva Hamano.

Non insegnava per i soldi ma per trasmettere la cultura bonsai solo a chi era davvero interessato, per evitare di farla scomparire. Negli anni cinquanta fu il primo in Giappone ad aprire una scuola, contro il volere degli altri maestri   che volevano proteggere il mestiere e il loro monopolio.

Allora infatti le tecniche rimanevano segrete, nulla veniva insegnato e diffuso se non alle poche persone che ereditavano i giardini o che vi lavoravano, ma Hamano penso’ che in tal modo, finiti i pochi maestri di allora, la cultura del bonsai tradizionale sarebbe potuta scomparire.

Fu il primo ad aprire una scuola di Bonsai che ebbe poi grande successo, ma all’inizio fu fortemente ostacolato e boicottato da tutti gli altri professionisti dell’epoca. 

 

Dobbiamo essere molto grati a questo Maestro che ha trasmesso le sue conoscenze ed ha così permesso di farle arrivare fino a noi tramite i suoi allievi che sono venuti ad insegnare in Italia.

Hamano diceva: “Il bonsai Va praticato per sé stessi, per goderne per conto proprio, non per andare ai concorsi e vantarsi con gli altri. Il vero bonsaido non e’ comprare piante grosse per mettersi in mostra, ma coltivare piante dall’inizio, da seme e  talea e goderne lo sviluppo nel tempo.” Keizo Ando.

Maestro Hideo Suzuki


SuzukiNasce a Tokyo in una famiglia molto numerosa. Terminati gli studi e divenuto ingegnere, trova lavoro e si sposa. Padre di due figli, usa il tempo libero andando a pescare in montagna a stretto contatto con la Natura.

Gli alberi che gli capita di raccogliere e di presentare a qualche mostra gli indicano il suo “DO” la sua via. D’accordo con la moglie lascia l’impiego e per mantenere la famiglia inizia a creare giardini. Viaggia molto e nel nord del Giappone conosce Mr. Abe Kurakichi con il quale approfondirà la sua conoscenza sui pini.

A questo punto entra nella Scuola del Maestro Hamano nello stesso periodo in cui anche Masahiko Kimura frequenta gli stessi corsi.

Entrambi non hanno ereditato un “giardino” ma la loro capacità sopperisce a ciò. Nel 1979 termina il tirocinio di 3 anni con il maestro Hamano e nel 1982 fonda il suo giardino Bonsai iniziando la carriera di professionista. Espone diverse volte alla Mostra SAKUFU TEN, riservata ai soli professionisti, ottenendo importanti riconoscimenti come il “Premio Ministro dell’Educazione” per un tasso ed il “Premio MAINICHI” per un ISHIZUKI di pentaphilla.

Nel 1990 l’ABAN Associazione Bonsai Arte e Natura organizza il I° Congresso Bonsai Europeo in Italia, invitando quale ospite d’onore Masahiko Kimura il quale porta Hideo Suzuki come assistente.

Da quel momento Mr. Suzuki diviene docente della Scuola d’Arte Bonsai venendo due volte l’anno, all’inizio solo in Italia poi anche in Europa, rinunciando a volte a partecipare a mostre prestigiose come la Sakufu ten, e portando per la prima volta in Italia corsi con un programma didattico basato su quello da lui seguito nella Sucola di Hamano ed espressione del Bonsai tradizionale giapponese tramandato di generazioni in generazione dalle famiglie di artigiani del Bonsai.


Il suo insegnamento:

 La cosa più importante è quella di apprendere le basi autentiche dell’arte bonsai e di metterci tutto il nostro cuore per realizzare delle forme naturali.

Ho accettato di insegnare in Europa per istruire delle persone affinché abbiano, oltre le capacità tecniche, anche una sensibilità spirituale.

Il mio più grande desiderio è quello di sviluppare il vero bonsai europeo e di poter insegnare in una Scuola dove, sia chi inizia quanto gli esperti possano studiare senza conflitti e senza competizioni”.

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