Questo Ginepro arrivato l’anno scorso dal Giappone dopo una stagione di acclimatamento in cui è stato concimato e rinvigorito ha ora urgente bisogno di rinvaso per continuare il suo percorso di sviluppo ed affrontare una rifinitura in estate.
La coltivazione in campo è il metodo più rapido per creare un Bonsai da una pianta giovane, ma bisogna considerare che l’ingrossamento del tronco e dei rami avviene solo col forte l’allungamento degli stessi.
Promuovendo questa veloce crescita però bisogna operare delle capitozzature periodiche e mirate per evitare il rischio di perdere CONICITA’ che è una caratteristica fondamentale di un bonsai e dei suoi rami.
Questi 2 Carpini bianchi erano piante da vivaio che dopo 5 anni in campo per l’ingrossamento del tronco e 2 in ciotola ora sono stati rinvasati in un contenitore basso e iniziano la fase di formazione della ramificazione secondaria e terziaria.
Rinvaso impegnativo ma assolutamente necessario dopo troppi anni senza interventi sulle radici da parte del precedente proprietario. Per mantenere l’assetto e l’inclinazione voluta è utile usare un pezzo di filo come ‘pendolo per mantenere la verticale.
In autunno quando ho impostato questo Mugo ho deciso di aumentare l’inclinazione per esprimere al meglio la drammaticità dello stile Kengai e mettere in risalto il vecchio tronco possente. Inizialmente la chioma era esattamente alla stessa altezza del tronco (in linea orizzontale) rendendo statica e poco dinamica la forma.
Il rinvaso ha consentito di riposizionare nello stesso vaso la pianta con la nuova inclinazione, oltre ovviamente a rinnovare il terreno accorciando le radici troppo lunghe che ormai avevano completamente costipato tutti gli interstizi all’interno del vaso.
Prima piega sul tronco di Larice. Questo grosso larice yamadori, dopo alcuni anni dalla raccolta, ha sviluppato con vigore una buona ramificazione fine ed è pronto per la sua prima impostazione.
Però come spesso capita negli yamadori ci possono essere dei problemi di struttura che non si adatto alle forme bonsai. In questo caso, per esempio, la parte alta del tronco è totalmente dritta e rigida e contrasta in modo sgradevole col leggero movimento della parte bassa del tronco.
Quindi prima di impostarla è necessario correggere questo difetto del tronco per renderlo armonico e credibile con l’insieme.
Il problema di questi interventi non è tanto la piega, ma creare una piega armonica e non artificiosa che nel corso degli anni deve risultare totalmente naturale, senza che risulti visibile l’intervento dell’uomo. Per eseguirla il tronco è stato svuotato dell’anima legnosa seguendo le fibre del legno.
Dopo la prima piega se ne rende necessaria un’altra per correggere la direzione dell’apice che ora è quasi orizzontale (linea rossa) ma non vedo grossi problemi perché, avendo la metà del diametro del tronco già piegato, sarà più facile alzarlo e riportarlo verso sinistra.
L’apice va alzato e riportato sulla sinistra, curvando la parte dritta evidenziata dalla linea rossa.
Questo vecchio pino mugo, dopo diversi anni dalla raccolta dedicati al recupero di vigore post trapianto e alla formazione di un pane radicale ridotto, suddiviso e idoneo alla coltivazione in vaso bonsai, è ora pronto per il suo primo stadio di lavorazione per prepararlo alla futura forma Bonsai.
Come prima cosa è stata pulita e trattata l’ampia parte di legna secca.
Successivamente è stata scelta l’angolazione e il fronte migliore modellando la ramificazione primaria e secondaria per consentire la crescita delle nuove gemme nella giusta direzione ed esposizione.
In questo caso non ha senso eseguire una modellatura di dettaglio perché la ramificazione fine è scarsa, anzi deve ancora crescere pertanto anche gli aghi non sono stati puliti per consentire uno sviluppo col massimo vigore mirato alla formazione dei nuovi rametti fini che saranno pronti tra 1/2 anni.
Questo bellissimo video pubblicato dall’americano Bjorn Bjorholm esprime perfettamente l’atmosfera e le sensazioni che il Bonsai dovrebbe trasmettere a chi lo pratica.
Mi ha fatto tornare alla mente gli insegnamenti del Maestro Ando: “Il Bonsai in Giappone è considerato una disciplina Spirituale, si praticano queste discipline tradizionali per arricchire la propria spiritualità e trovare un benessere interiore. Chi pratica il vero bonsaiDo cerca la bellezza spirituale e la calma interiore, non ha nessun interesse perciò che è appariscente.”
Ando durante i corsi citava spesso il suo maestro Hamano Motosuke che diceva: “Il bonsai Va praticato per sé stessi, per goderne per conto proprio, non per andare ai concorsi e vantarsi con gli altri.”
Questo è lo spirito del Bonsai tradizionale giapponese legato alla filosofia Zen. Le atmosfere riprese nei dintorni del tempio Buddista sul monte Koya (Koya san) rispecchiano perfettamente lo spirito di questa filosofia che attraverso la percezione dell’armonia della Natura porta alla calma e alla serenità interiore.